La religiosità nel trattamento medico dell’alcolismo

Leggi la storia di chi ha vinto l'alcolismo

della Redazione
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Giovedì | 10 Marzo 2016 | 9:30

Ci sono diverse ragioni che inducono le persone al consumo di alcol. Alcuni lo attribuiscono alla fatica della giornata di lavoro, altri sostengono che supera la timidezza, e ci sono ancora quelli che dicono di bere per "mandar via la tristezza”.

Il consumo abusivo o la dipendenza dall’alcol, che portano alla malattia dell’alcolismo, causa danni innumerevoli alla salute fisica, mentale e spirituale dell’individuo. Secondo il Rapporto Globale su Alcol e Salute 2014 [Global Status Report on Alcohol and Health 2014] dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) «nel 2012 l’uso di alcol ha causato nel mondo circa 3,3 milioni di morti ovvero il 5,9% di tutti i decessi». Il documento afferma inoltre che il consumo di questa sostanza ha un rapporto casuale con lo sviluppo di più di 200 tipi di problemi di salute, incluso il cancro, la cirrosi epatica alcolica e un maggiore rischio di aborto spontaneo, nel caso delle donne.

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L'alcolismo, come qualsiasi altra dipendenza, avanza gradualmente e non sceglie né età né sesso. Quindi bisogna stare sempre attenti ai segni che mostrano la dipendenza. Il sostegno della famiglia e degli amici è essenziale nella riabilitazione dell'individuo poiché il trattamento è molto complesso e dipende dal quadro clinico del paziente. In ogni caso il primo passo è la consapevolezza del problema e l’interruzione dell'uso di bevande alcoliche. La cosiddetta "disintossicazione" può venire realizzata a casa o nei casi più gravi in ospedale, sempre sotto cure mediche.

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Una storia di superamento

Oltre ai provvedimenti materiali che devono essere presi, studi scientifici dimostrano i numerosi vantaggi della religiosità nella prevenzione e nel trattamento di malattie diagnosticate gravi o incurabili. La storia di Maria de Lourdes Cintra, di São Paulo, Brasile, lo conferma:

«Avevo problemi con mio marito, mi faceva soffrire molto, mi picchiava… e questo ha mi ha addolorato e ho iniziato a bere. Dopo che lui ha scoperto diavere un tumore è rimasto in trattamento per 4 anni, il che mi rendeva molto nervosa e così bevevo e bevevo. Dopo lui è deceduto e poi anche mia figlia che era affetta da lupus, è deceduta. Così, senza rassegnarmi, ho iniziato a bere già di mattina. Invece di prendere la prima colazione, non vedevo l'ora che aprisse un bar per andare a bere. Ne bevevo una dose, poi un’altra e un’altra ancora. E così ho cominciato a dimenticare le cose, ormai non me ne fregava più niente della casa [...]».

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Le sfide aumentavano sempre di più e la situazione era diventata estrema. Maria fu investita da una macchina e non si ricordava com’era successo. Fu lì che non ebbe più dubbi: doveva cambiar vita. La sua prima azione è stata quella di fare una fervente preghiera a Gesù, il Medico Celestiale:

«Mi sono inginocchiata con le mani giunte e ho pregato il Padre Nostro. Ho chiesto: Dio mio, se me lo merito fa’ che accada un miracolo nella mia vita! Molte persone ci riescono e ci sono riuscite perché hanno avuto una fede viva. Ebbene, l’avrò anch’io. Ce l’ho in questo momento, per favore liberami!».

Da quel momento Maria, che già conosceva la Religione di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo¹, cominciò ad abbinare al trattamento medico le attività religiose per rafforzare la sua Fede, tali come la realizzazione della Crociata del Nuovo Comandamento di Gesù nel Focolare Domestico. Ha cominciato a realizzare ogni settimana nella sua residenza studi ecumenici sul Vangelo-Apocalisse di Gesù con i suoi vicini e parenti e alla presenza di un predicatore della Religione del Terzo Millennio.

«È stato proprio a causa dell'incidente che ho cominciato ad aver Fede. Da lì ho cominciato ad interessarmi, a partecipare di più [agli studi a casa]. Così ho cominciato ad avere sempre più Fede. Ma è stato nel momento del dolore che ho sentito veramente la Fede. Il dolore è stato molto triste».

Oggigiorno, felice per aver sconfitto il vizio e per aver conosciuto la Religione dell'Amore Fraterno, dice:

«Ho soltanto motivi per ringraziare! Molte grazie, Papà Celestiale! Grazie, Fratello Paiva! Sono molto felice e commossa perché sapevo che un giorno me ne sarei liberata! I miei figli erano molto tristi, i miei amici e parenti soffrivano per questo. Ora sono soltanto motivo di gioia per loro. Sono tutti molto felici, i miei figli e i miei nipoti, e soprattutto mia madre. Quindi, sono ancor più felice di vederli felici!».

Per la Religione di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo, l'atto di parlare con Dio può essere realizzato da chiunque e in qualsiasi momento. Il suo presidente predicatore, Paiva Netto dice così: «È indispensabile pregare e vegliare soprattutto nei momenti di crisi, qualunque sia il posto o l’istante. Il dolore non aspetta l’opportunità per bussare alla porta del cuore. E la preghiera non è soltanto utile nei momenti drammatici della vita, ma essenziale nel momento di cercare soluzioni alle sfide di ordine filosofica, politica, economica, scientifica, religiosa, artistica, sportiva ecc».

Anche tu puoi pregare! Partecipa alla potente Catena Ecumenica di Preghiere della Religione di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo.

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Religione di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo — Denominata anche Religione del Terzo Millennio e Religione dell’Amore Universale. Si tratta della Religione Ecumenica del Brasile e del mondo.

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