L’Eternità della Vita e cosa succede quando moriamo

Alan Mateus Rosseto
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Mercoledì | 09 Ottobre 2024 | 17:20

Molte persone si chiedono: «Cosa succede quando moriamo?» Nel testo che segue affronteremo questa domanda alla luce della Spiritualità Ecumenica, basandoci sugli studi dello scrittore Paiva Netto, Presidente-Predicatore della Religione di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo, ispirato dagli insegnamenti eterni di Gesù.

L’umanità nutre una forte inquietudine riguardo alla continuità della vita dopo la morte. Alcuni preferiscono evitare il tema, altri non ci credono, mentre molti accettano l’idea, ma senza la certezza di cosa li aspetti dopo il trapasso. Rispettiamo tutte queste prospettive, però è essenziale approfondire la comprensione di questo argomento per vivere in modo più consapevole qui sulla Terra, senza temere ciò che verrà dopo la disincarnazione, nostra o di una persona cara.

In Sagradas Diretrizes Espirituais da Religião de Deus, do Cristo e do Espírito Santo [Sacre Linee Guida Spirituali della Religione di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo], Volume 1, pagina 362, lo scrittore Paiva Netto descrive quanto sia arduo ignorare cosa succede quando moriamo, dal punto di vista spirituale:

«Il grande errore dell’Umanità è vivere come se dopo la morte non ci fosse nulla. I Mentori Spirituali rivelano che uno dei più grandi drammi nella Patria della Verità* è l’arrivo di moltitudini libere dalle catene della carne, ma completamente ignare di cosa sia il Mondo Invisibile. È una terribile mancanza delle religioni contemporanee. Ha scritto Laurinda V. de Mello, nella psicografia di Francisco Cândido Xavier, che:        

La morte del corpo fisico, per chi non si è preparato consapevolmente, è sempre un colpo molto forte per lo Spirito.” [i grassetti sono nostri]

La conoscenza ci conduce a buone pratiche. Se ignoriamo o trascuriamo l’esistenza della vita dopo la morte, rischiamo di vivere in modo errato e di rimanere sorpresi al nostro arrivo dall’altra parte, perché la vita continua oltre questa esistenza.

Mondo Spirituale 

Nel suo articolo «Il Mondo Spirituale non è un’astrazione», pubblicato sul blog paivanetto.com/it, lo scrittore offre importanti contributi riguardo a cosa succede quando moriamo:

«Il Mondo Spirituale, mi piace ribadire, non è qualcosa di astratto, indefinito. Esiste veramente, colmo di vibrazione e di lavoro. Non lo vediamo ancora per una questione di frequenza, ostacolo che sarà svelato dall’attività scientifica e superato dall’evoluzione dei sensi fisici che si apriranno ai nuovi cieli e ai nuovi mondi.» [i grassetti sono nostri]

Nell’affermazione sopra, comprendiamo che i nostri sensi fisici un giorno saranno in grado di percepire ed entrare in contatto con le realtà spirituali che ci circondano. Tuttavia, per raggiungere questo livello, è importante lavorare fin da adesso per eliminare i pregiudizi e, con Umiltà Coraggiosa, studiare il tema, partendo dagli importanti riferimenti che ci sono stati portati da Gesù, il quale non solo ha insegnato, ma ha anche dimostrato la vita dopo la morte, risorgendo il terzo giorno dopo la crocifissione (Giovanni 20:1-10).

Quindi, ciò che succede quando moriamo è che, in realtà, non moriamo; passiamo semplicemente al Mondo Spirituale, in una delle dimore del Padre Celeste (Giovanni 14:2). Lì, secondo i nostri meriti, troveremo una vita in costante attività, studio, apprendimento e miglioramento, senza stagnazione o riposo.

Nella continuità del suddetto articolo, l’autore prosegue, consolidando le sue parole negli insegnamenti di Gesù, il Pedagogo Celeste:

«[...] Il Padre mio agisce anche ora e anch’Io agisco con Lui. [...] Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella Casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono Io siate anche voi» (Vangelo secondo Giovanni 5:17 e 14:1 a 3).

E, dopo aver trascritto i preziosi insegnamenti di conoscenza spirituale, Amore e Serenità d’Animo, provenienti dal Cuore di Gesù, lo scrittore aggiunge:

«L’esistenza e l’attuazione attiva, operante, del Mondo Spirituale sul mondo materiale attraverso, per esempio, gli Angeli Custodi, è chiaramente stabilita nella parola del Divino Pedagogo. Per cui è necessario che tutti prendiamo coscienza di detto interscambio e che sappiamo agire dinanzi a questa realtà ancora invisibile.»

È importante sottolineare, in questo scambio tra noi, i nostri Angeli Custodi e i cari vivi nella Patria Spirituale, il dinamismo dello stesso Spirito di Gesù che, dopo la Sua resurrezione, trascorse quaranta giorni in piena comunione, lavoro e orientamento con i Suoi discepoli, apparendo loro in diverse occasioni.

E anche dopo la Sua ascensione ai cieli (Atti degli Apostoli di Gesù 1:1-14), il Divino Maestro si manifestò più volte agli apostoli. Ricordiamo, tra questi episodi, la caduta di Saulo da cavallo (Atti degli Apostoli di Gesù 9:1-9), l’apparizione di Gesù ad Anania (Atti degli Apostoli di Gesù 9:10-16), e la visione che Paolo ebbe del Cristo di Dio mentre pregava nel Tempio a Gerusalemme (Atti degli Apostoli di Gesù 22:17-21).

Dinamismo e attuazione

Nel Suo Santo Vangelo secondo Giovanni 14:12, l’Educatore Celeste afferma: «In verità, in verità Io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che Io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché Io vado al Padre».

Così, il Cristo di Dio sottolinea che le opere da Lui realizzate non sono esclusive della Sua grandezza e gerarchia spirituale, ma che, grazie al Suo Potere Divino condiviso con noi, anche noi saremmo capaci di compierle. Siamo figli di Dio, ancora in processo evolutivo per raggiungere la grandezza Divina, ma comunque figli del Padre Celeste.

Per questo motivo, la capacità di rimanere in azione dinamica e di lavorare nel Bene, nel Mondo Spirituale, non è esclusiva di Gesù. Anche le nostre Anime possiedono questa condizione quando ci troviamo dall’altro lato. Ti sei mai fermato a pensarci?

Nell’opera letteraria Os Mortos não morrem [I Morti non Muoiono], lo scrittore Paiva Netto, nello spiegare la continuità della vita dopo la morte, alla pagina 106 [in portoghese], nella sezione intitolata “Dio è Dio dei Viventi”, propone una riflessione importante su cosa succede quando moriamo:

«La morte non è la fine dell’esistenza umana. Non ci credete? Ne avete tutto il diritto. Ma se fosse vero?! Permettiti, amica mia, amico mio, il beneficio del dubbio, che è alla base del discorso scientifico e che, grazie alla ricerca incessante, continua ad aprire nuove strade per l’umanità.»

Questa provocazione di «permettersi il beneficio del dubbio» è un invito a considerare che, anche in assenza di prove definitive, si possa riflettere e accogliere la possibilità che la morte non sia la fine. Così come la scienza esplora l’ignoto, dovremmo anche noi indagare l’idea che la vita continui in qualche modo.

Sacra Lettura in Spirito e Verità alla Luce dell’Amore di Dio

Un altro punto fondamentale nella dottrina della Religione dell’Amore Universale è imparare ad analizzare le Sacre Scritture in Spirito e Verità alla Luce del Nuovo Comandamento di Gesù, che insegnò: «Vi do un Nuovo Comandamento: amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amato. Soltanto così potrete essere riconosciuti come miei discepoli» (Vangelo secondo Giovanni 13:34-35). Pertanto, quando si riflette su «cosa succede quando moriamo», questo deve essere permeato dallo stesso principio.

A partire da questa condizione di comprensione profonda, ecumenica e fraterna, siamo in grado di estrarre dalla Sacra Bibbia il significato morale dei Suoi insegnamenti. Questa comprensione deve essere applicata anche ai versetti seguenti, nelle parole del Pedagogo Celeste:

«Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la Sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna» (Vangelo di Gesù secondo Giovanni 5:28-29).

Più che una rappresentazione letterale di una tomba, questi sepolcri simboleggiano coloro che sono prigionieri o “sepolti” in concetti puramente materiali e che, ricevendo la voce del risveglio spirituale del Cristo di Dio, hanno l’opportunità di far “risuscitare” i loro cuori e le loro menti attraverso nuovi insegnamenti, fondati su basi spirituali ed eterne, traducendo tutto questo apprendimento nelle migliori azioni possibili, a beneficio di sé stessi e del prossimo. Questo risveglio può avvenire quando l’Anima si trova sulla Terra o persino nel Cielo della Terra.

Solo con le migliori opere a favore dei nostri fratelli nell’umanità potremo abitare le dimore elevate della casa del Padre Celeste, come insegna Gesù nel Suo Santo Vangelo secondo Giovanni 14:2, in cui ogni “dimora” corrisponde a una sfera, a un piano spirituale esistente intorno al pianeta Terra. 

E quando ritorniamo al mondo spirituale, abiteremo in uno di questi piani, dove continueremo il nostro processo evolutivo attraverso un apprendimento continuo e la pratica delle Leggi Divine, visto che dall’altro lato della vita esistono case, famiglie, scuole, ospedali e strutture simili a quelle esistenti sulla Terra, ma in una condizione superiore, poiché gli Spiriti delle regioni elevate operano in base all’Amore Divino e alla Solidarietà Ecumenica.

Lo scrittore Paiva Netto scrive a riguardo nel libro I Morti non Muoiono, p. 148 [libro in portoghese], nella sezione intitolata «Le osservazioni di Er sulla morte»:

«È un vero ritrovo quello che si verifica con gli esseri reincarnati quando ritornano nel Mondo della Verità* al momento giusto. Arrivati lì, sono diretti alle regioni con cui sono spiritualmente sintonizzati e vivono un periodo di adattamento. Tutto è attrazione. Imparano di nuovo le usanze della nostra Patria di origine, rivedono le loro esperienze e azioni mentre indossavano le vesti fisiche, portano informazioni su ciò che sta accadendo sulla Terra o addirittura ricevono notizie dai loro cari che si trovano nel Piano Spirituale.»

Quanto è preziosa questa conoscenza su cosa succede quando moriamo, ci dona una nuova consapevolezza sulla vita sulla Terra, guidandoci a capire che abbiamo responsabilità intrinseche di amore, rispetto e cura gli uni verso gli altri e verso la nostra dimora terrena, costruendo così un destino fondato non più su concetti effimeri, ma su valori eterni.

Questi valori divini, messi in pratica, ci porteranno al mondo spirituale con la missione terrena compiuta e apriranno così cammini di luce per la continuità evolutiva nel Cielo della Terra e in altre esistenze materiali. Come afferma l’Apostolo Paolo nella sua Epistola agli Efesini (4:13): «finché arriviamo tutti all’unità della Fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.»

Questo grande obiettivo non si raggiunge in una sola esistenza. Abbiamo bisogno di innumerevoli esperienze, nella carne e fuori di essa, per poter arrivare un giorno alla grandezza di Gesù. Siamo su questa strada!

Infine, la vastità dell’apprendimento sull’eternità della vita, una volta rivelata e messa in pratica, offre agli esseri umani le condizioni necessarie per costruire una società più giusta e ugualitaria per tutti gli abitanti del pianeta, grazie a una consapevolezza spirituale che matura quotidianamente in ogni cuore.

Nel libro É Urgente Reeducar! [È Urgente Rieducare!], pagina 26, sezione intitolata «Cidadania Planetária» [Cittadinanza Planetaria], lo scrittore Paiva Netto commenta le difficoltà di vivere un mondo migliore senza la consapevolezza che siamo esseri materiali e, soprattutto, spirituali:

«Ora, senza questa consapevolezza del fatto che esistiamo su due piani, e non solo su quello fisico, è difficile raggiungere una Società realmente Solidale Altruistica Ecumenica, perché continueremo a ignorare che la conoscenza della Spiritualità Superiore eleva il carattere delle creature e, di conseguenza, le guida verso la costruzione della Cittadinanza Planetaria.»

Pertanto, il superamento di tutte le sfide individuali, compreso il dolore per il ritorno dei nostri cari al mondo spirituale, e la soluzione a tanti dilemmi affrontati dall’umanità trovano la loro fonte di risoluzione nella consapevolezza che siamo esseri eterni e che le opere di amore e carità, nate dal nostro cuore, attraggono la presenza degli amici del mondo spirituale che ci aiutano attivamente nella costruzione di un mondo migliore, a partire da ognuno di noi. 

 

Dunque, ricapitolando, ecco cosa succede quando moriamo:

— La vita continua in un’altra dimensione, perché la morte non è la fine dell’esistenza.

— Non restiamo inattivi, poiché il Mondo Spirituale è un luogo di grande attività e lavoro.

— Lo Spirito viene indirizzato a una delle dimore del Padre, in base al merito conquistato con le azioni compiute sulla Terra.

— Questa consapevolezza ci guida nella responsabilità delle nostre azioni durante la vita terrena, sapendo che esse hanno conseguenze anche nella vita spirituale.

Di seguito presentiamo alcune risposte ai dubbi inviati su questo tema dagli internauti:


1. Cos’è il Mondo Spirituale?

Nella Religione di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo, il Mondo Spirituale è compreso come la dimensione in cui vivono gli Spiriti, gli Angeli Custodi, le Anime Benedette, così come i nostri parenti e amici che rimangono vivi dopo il fenomeno della morte.

È la nostra Patria di origine verso cui ritorneremo dopo la disincarnazione. Questo dà ancora più valore al nostro percorso sulla Terra, un’opportunità offertaci da Dio affinché possiamo progredire ed evolverci spiritualmente, affrontando sfide che mettono alla prova la nostra perseveranza e Fede Realizzante.

Pertanto, *“Patria della Verità” o “Mondo della Verità”: sono riferimenti fatti dalla Religione Divina al mondo spirituale, tenendo presente che la grande verità insegnataci da Gesù è quella della continuità della vita dopo la morte e che le sfere elevate della patria spirituale sono le nostre dimore definitive, mentre il piano materiale rappresenta la nostra sfera temporanea. Come afferma il Fratello Paiva Netto: «È fondamentale comprendere che la vera cittadinanza ha origine in Cielo, da dove siamo realmente venuti, perché esiste Vita prima della vita.»

2. È possibile incontrare i propri cari che sono già deceduti nel Mondo Spirituale?

Sì, è possibile, a condizione che vi sia merito e che ciò avvenga per il bene di entrambe le anime. Tuttavia, è importante vivere la vita sulla Terra facendo il bene, senza mai pensare di abbreviare la propria vita per incontrare più rapidamente la persona amata. Insegna il Presidente-Predicatore della Religione Divina, José de Paiva Netto: «L’Amore crea simpatia. E questo è l’incanto che non perisce, la grazia eterna dello Spirito. Nemmeno la morte separa coloro che si amano. Tranne quando avviene il suicidio».

Sapere che questi legami d’amore continuano dopo la morte del corpo fisico è un grande conforto per il nostro cuore! Possiamo pregare per lo Spirito Eterno dei nostri cari, inviando loro le migliori vibrazioni. Sicuramente riceveranno questo affetto ovunque si trovino. E, al momento opportuno, il ritrovo delle anime avverrà.

Ci auguriamo che tutte le riflessioni presenti in questo contenuto possano offrire saggezza, conforto e pace!

 Tanta forza, luce e pace, nel nome del Cristo di Dio, al tuo cuore!

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