2012: Il mondo non è finito

Jéssica Botelho
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Giovedì | 02 Ottobre 2014 | 17:45

Negli ultimi mesi è cresciuto il dibattito sull'interpretazione della famosa profezia secondo la quale il mondo finirebbe nel dicembre 2012 e che diffonde insicurezza e paura tra la popolazione mondiale. Di fatto stiamo vivendo in tempi di una crisi costante che sta sempre suggerendo profonde trasformazioni sociali, politiche, economiche, filosofiche, socio-ambientali, tra le altre, durante o dopo di essa. Questi cambiamenti sono stati e sono a tuttoggi pre-annunciati da innumerevoli personaggi, conosciuti o meno nel corso della Storia, che analizzano la possibilità di una riforma di tutto ciò che conosciamo in qualità di società ed aspetto fisico di questo globo. Tuttavia, molte di queste previsioni apportano date umane a volte estremamente precise che finiscono per non realizzarsi. E allora, quale calendario umano dovremmo prendere come riferimento, visto che è variabile secondo determinati popoli e determinate ere? Insomma, qual’è la differenza tra previsione e profezia?

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LETTURA COMPLEMENTARE
- Articolo di Paiva Netto: “Tempo per ripensare sul divano

Diverse volte abbiamo confuso questi due termini finendo col condannare Dio per ciò che noi stessi abbiamo seminato lungo i nostri cammini. Lo scrittore e giornalista Paiva Netto — grande studioso delle Profezie Finali, autore della raccolta “L’Apocalisse di Gesù per i semplici di cuore”, che ha già venduto oltre 1,6 milioni di copie — sostiene che prima di tutto è necessario distinguere le previsioni umane dalle profezie divine per avere la comprensione reale di ciò che l'Umanità sta affrontando e dovrà affrontare in futuro. Quindi, quello che si deve capire sulle caratteristiche del testo profetico è che le Profezie, per la loro natura Divina, si avverano sempre. Anche se noi non siamo sempre in grado di identificare completamente la loro azione, si avverano sempre. Invece le previsioni, produzione delle ristrette interpretazioni umane, possono concretizzarsi o meno.

Così difende l’autore nel suo libro Apocalipse sem medo [Apocalisse senza paura], pag. 274: "Quante cose sono previste dagli uomini e non avvengono! Per lo meno non nel modo in cui erano attese... E non possiamo confondere le previsione umane con le Profezie di Dio. Queste ultime si realizzano sempre: ‘Non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto’ (Matteo, 5:18)".

Molti possono indagare: “Ah, ma le profezie non sempre si realizzano, basta vedere quante di loro si riferivano ad una data per il ritorno del Salvatore sulla Terra che non c’è stato!”. Ebbene, a queste indagazioni possiamo rispondere così come ci insegna la Religione di Dio, la religione ecumenica del Brasile e del mondo, che la Profezia non dipende dal calendario¹: è atemporale. Ogni volta che l'uomo adotta un comportamento positivo o negativo su ciò che trattano certi messaggi profetici, in qualsiasi tempo o epoca, lui stesso ne soffrirà le conseguenze positive o negative anticipate da quella Profezia. A questo proposito Paiva Netto spiega che “il Calendario di Dio è la Profezia, le cui date sono stabilite nello Spazio e nel Tempo Divini, in depurata sintonia con le azioni degli Esseri Umani”². È un equivoco voler cercare di condizionare i messaggi profetici ai calendari umani.

Prendiamo in considerazione, a scopo puramente illustrativo, una previsione del tempo (clima): può accadere o meno, dipendendo dai dati e dalle prospettive presentate dalla scienza. Nonostante sia calcolata la minor percentuale di sbaglio possibile, il modo in cui queste informazioni sono annunciate è sempre quello delle previsioni, ossia si ammette per ipotesi che l'azione del clima si svolgerà in un certo modo, considerando la probabilità maggiore che gli effetti potranno aversi in questa direzione, sia di caldo che di pioggia, ma non si assume specificatamente il risultato/effetto della previsione. E cioè, può verificarsi o meno, in quanto i fattori coinvolti in questa circostanza non si trovano sotto controllo umano. Con le Profezie non funziona così.

Un altro aspetto che possiamo considerare per distinguere i due modi di prevedere i fatti è che la Profezia non è frutto del caso o di una volontà arbitraria che governa la vita sulla Terra. Si presenta come un avvertimento sull'azione della Legge Divina poiché annuncia le conseguenze particolari e collettive degli atti umani e non la punizione o il privilegio di un "dio" crudele e capriccioso che casualmente ci maledice o ci regala grazie immeritate. Le Profezie sono avvertimenti amichevoli che ci aiutano a riparare le nostre colpe di indole e di comportamento, che ci invitano a rinnovare abitudini e l'impegno per la Pace con i nostri simili. La previsione, a sua volta, ha un carattere fatalista che le cose accadono o accadranno in un modo determinato punto e basta, come se non si potesse far nulla per prevenire o modificare quella situazione. Mentre la Legge di Dio, Giusta e Misericordiosa, ribadisce le opportunità affinché possiamo rivedere le nostre azioni al fine di evitare i mali che ci potranno affliggere, perché come apprendiamo dalla Sacra Bibbia, a ciascuno è dato secondo le sue proprie azioni (Vangelo di Cristo secondo Matteo 16:27, Apocalisse di Gesù, 22:12, e il Libro di Giobbe, 34:11).

Ed è originata da tutto questo la raccomandazione di studiare le Profezie Finali, l’Apocalisse di Gesù, perché in questo libro tutti noi siamo invitati a conoscere questi Divini Messaggi per poter preparare o addirittura migliorare il nostro futuro, costruendo una destinazione sicura per le nostre vite e per quelle di coloro che amiamo, anche se i cammini ci indicano un’aspettativa di distruzione del pianeta in cui viviamo, di un progresso che crea disuguaglianze e di un’Umanità indifferente verso i suoi membri. “Tuttavia, per quanto possa essere difficile il percorso terrestre, ci sarà sempre la luce alla fine del tunnel attraverso il quale ci siamo obbligati a passare. Bisogna manifestare con chiarezza che siamo gli agenti della Profezia, e non appena suoi pazienti o vittime. Tuttavia, la Speranza non muore mai”³, come dice Paiva Netto.

Fin dai suoi esordi la Religione dell'Amore Fraterno è inclinata alla comprensione del Libro delle Profezie Finali quale un avviso di Gesù, il Profeta Divino, all’Umanità. Per questo la predicazione illimitatamente ecumenica della Religione di Dio è sempre sviluppata in Spirito e Verità, alla luce del Nuovo Comandamento del Cristo di Dio.

Su quest’ aspetto, così si esprime il presidente predicatore della Religione dell'Amore Fraterno, José de Paiva Netto: "L’Apocalisse e le altre Profezie delle Sacre Scritture non esistono per essere temute, ma bensì studiate con dedizione, perché Dio continua a voler salvarci. (...) L'Apocalisse affligge coloro che non hanno capito che si tratta di un avviso, non di condanne definitive. Ma è una sorta di flagello per coloro che sono stati flagello (la ripetizione è voluta) per l'Umanità" (dal libro Apocalisse senza paura pag. 34-36, scritto dallo scrittore Paiva Netto).

Ci auguriamo di comprendere questo linguaggio universale che è la Profezia di Dio perché stiamo vivendo la fine apocalittica di un ciclo.

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1 e 2 – Pubblicato in Somos todos Profetas [Siamo tutti Profeti], pag. 108, libro scritto da Paiva Netto.
3 – Jesus, o Profeta Divino [Gesù, il Divino Profeta], pag. 320 e 321, pubblicazione recente di Paiva Netto.

Traduzione: Raffaele Papa
Revisione: Marusca Bertolozzi

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